Tempo di lettura ca.: 1 minuti, 2 secondi
Sintesi
La Sharing Economy è fondata su piattaforme collaborative online, esse sono utilizzate da consumatori per offrire temporaneamente beni e servizi oppure per venderli. L’OCSE nel cercare di trovare la giusta tassazione ha evidenziato numerosi pareri. La vendita, il prestito di beni porta sempre più all’idea che queste azioni prima avvenivano sulla base di un rapporto di fiducia. Oggi queste persone che fanno queste operazioni si conoscono sempre meno oppure non si conoscono affatto; quindi, prima non si sentiva il bisogno di una normativa “ad hoc” di diritto tributario. Il problema fondamentale è l’avvenimento dei numerosi scambi senza l’esistenza di una normativa tributaria e senza il controllo “ad hoc” per avere questi scambi. Inoltre, questi numerosi scambi degli operatori digitali concordano continuamente agli scambi tra operatori professionali. Come bisognerebbe gestire allora l’economia virtuale?
Bisognerebbe aumentare i controlli su questi scambi;
Bisognerebbe individuare “La Tax Ruies”, cioè individuare cosa tassare e in quale misura;
Servirebbero norme sostanziali innovative a tal proposito per aggiornare la disciplina esistente e garantire i controlli in modo più efficace.
Con una buona normativa, addirittura la tassazione degli scambi online, potrebbe diventare più semplice perché i sistemi sarebbero in grado di gestire le transazioni e (si riconoscerebbero in maniera di transazioni avvenute online quelle da tassare). Inoltre, le tassazioni online dovrebbero essere viste così: per fare una normativa “ad hoc” si dovrebbe parlare di “Access Economy”. L’Access Economy non rappresenta la pura vendita dei prodotti bensì va a rappresentare un intermediario che mette in luce il maggior numero di prodotti possibili attraverso il permesso alla vetrina virtuale dei suoi clienti. Sulla tassazione si sono pronunciati diversi organi:
– L’OCSE.
Ha richiamato la disciplina dicendo che purtroppo attraverso queste piattaforme digitali, gli utenti su sottraggono alla tassazione;
– La Commissione dell’Unione europea.
La Commissione europea, con l’approvazione del Parlamento europeo, aveva messo un’imposta sulle transazioni digitali pari al 3%. Sarebbe però opportuno estendere inoltre questa tassazione a tutti i servizi digitali per evitare l’evasione o l’elusione degli utenti della piattaforma.
Vai sul sito per scaricare l’articolo