Accensione riscaldamenti 2024: le regole da seguire, date, orari e come ridurre i consumi

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Con l’arrivo dell’autunno e il calo delle temperature, si ripresenta il tema dell’accensione del riscaldamento, soggetto a normative precise che variano a seconda delle fasce climatiche.

Le disposizioni cambiano infatti in base alla zona climatica di appartenenza, stabilendo sia le date di accensione che le ore giornaliere di utilizzo degli impianti. Le regole sono differenti per chi vive in condominio rispetto a chi dispone di un impianto autonomo, e sono diverse anche per gli uffici pubblici.

Le norme che regolano l’accensione del riscaldamento

Il regolamento generale riguardante le fasce climatiche e temporali nelle quali è possibile accendere il riscaldamento è previsto da diversi decreti, approvati negli ultimi anni.

Come il DPR 412/93, che stabilisce le norme per la progettazione, installazione, gestione e manutenzione degli impianti termici negli edifici, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici. Modificato dal successivo DPR 551/99, regola vari aspetti legati ai calcoli energetici, incluso il Fen (Fabbisogno Energetico Normalizzato). Inoltre, classifica gli edifici in base alla loro destinazione d’uso e suddivide l’Italia in sei zone climatiche, dalla A (la più calda) alla F (la più fredda), utilizzando il parametro dei Gradi Giorno (GG) per valutare le esigenze termiche, indipendentemente dalla posizione geografica.

L’ultimo arrivato, il DPR 74/2013, definisce per ciascuna zona climatica i periodi in cui è consentito l’uso del riscaldamento e le temperature di progetto interne ed esterne necessarie per il corretto dimensionamento degli impianti di climatizzazione, sia per la stagione invernale che per quella estiva.

Le date di accensione dei termosifoni zona per zona

Come detto prima, considerando la diversità climatica dell’Italia, le città sono suddivise in sei zone climatiche, definite in base alle temperature medie locali. Questo sistema mira a bilanciare l’esigenza di limitare l’uso dei riscaldamenti con quella di garantire il comfort termico nelle abitazioni. Le date di accensione dei termosifoni sono decise dai singoli Comuni, che finora non hanno ancora comunicato ufficialmente i periodi.

Tuttavia, sono possibili deroghe comunali in caso di condizioni eccezionali, come avvenuto lo scorso aprile, quando alcuni Comuni hanno autorizzato l’accensione dei riscaldamenti a causa di un improvviso calo delle temperature.

Ecco la suddivisione delle zone climatiche e le relative date di accensione:

Zona A: Lampedusa, Porto Empedocle, Linosa. I termosifoni possono essere accesi dal 1° dicembre, per un massimo di 6 ore al giorno, con spegnimento entro il 15 marzo.
Zona B: Province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. Il riscaldamento può essere acceso dal 1° dicembre, per un massimo di 8 ore al giorno, e deve essere spento entro il 31 marzo.
Zona C: Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. I termosifoni possono essere attivati dal 15 novembre e utilizzati fino al 31 marzo, per un massimo di 10 ore al giorno.
Zona D: Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo. Qui l’accensione è consentita dal 1° novembre, per un massimo di 12 ore giornaliere, con spegnimento entro il 15 aprile.
Zona E: Province di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza. I riscaldamenti possono essere accesi dal 15 ottobre, per un massimo di 14 ore al giorno, con spegnimento previsto per il 15 aprile.
Zona F: Belluno, Cuneo e Trento, dove non ci sono limiti di orario o di date per l’uso dei riscaldamenti.

Quali deroghe si possono attuare

In particolari circostanze, i Comuni possono derogare alle norme previste. Ad esempio, in caso di una stagione particolarmente mite, possono posticipare la data di accensione dei riscaldamenti. Al contrario, se le temperature risultano molto rigide, possono decidere di anticipare l’accensione o estenderne la durata. In caso di clima insolitamente caldo, lo spegnimento può essere anticipato.

I Comuni hanno anche la possibilità di estendere le fasce orarie di utilizzo degli impianti di riscaldamento in presenza di comprovate necessità, come periodi di freddo intenso, previa comunicazione ufficiale.

Per quanto riguarda le fasce orarie, la durata giornaliera del riscaldamento non può comunque superare la metà di quella prevista a regime normale. Fuori dalle date e dagli orari stabiliti, non è consentito attivare gli impianti, neppure nelle abitazioni private.

Come risparmiare sulla bolletta

La normativa italiana stabilisce che ogni utilizzatore deve impostare la temperatura dei termosifoni a 20 gradi, con una tolleranza massima di due gradi. Questa regola si applica a case private, uffici, scuole e altri edifici simili. Tuttavia, per le strutture che svolgono attività industriali, artigianali e affini, il limite massimo è fissato a 18 gradi. Studi approfonditi condotti da esperti in comfort climatico hanno confermato che queste temperature sono le più adeguate per affrontare la stagione invernale durante le attività quotidiane e lavorative.

Tenere una temperatura non troppo alta in casa è il metodo migliore per non ritrovarsi con una bolletta da capogiro ed è quindi consigliato moderare il tempo di accensione dei termosifoni o del riscaldamento a pannelli radianti.

Ma non è l’unico metodo per ridurre il costo delle bollette; ci sono diversi accorgimenti che aiutano a limitare la dispersione di calore e ridurre gli sprechi. Innanzitutto, è fondamentale effettuare una regolare manutenzione della caldaia e, dopo 15-20 anni, sostituirla con una a condensazione o una pompa di calore, approfittando del bonus caldaia disponibile. Spegnere il riscaldamento durante la notte è un’altra pratica efficace. L’installazione di valvole termostatiche e cronotermostati, soprattutto in caso di riscaldamento centralizzato, può consentire un risparmio fino al 20%. È importante anche evitare di coprire i termosifoni con mobili o altri elementi che ostacolano la diffusione del calore.

Infine, sostituire i vecchi infissi, installare guarnizioni e considerare l’isolamento termico delle pareti con un cappotto termico sono interventi che possono beneficiare di significative agevolazioni fiscali.

Gli strumenti per risparmiare

Negli ultimi anni, l’adozione di tecnologie innovative ha rivoluzionato il modo in cui gestiamo il riscaldamento e il consumo energetico nelle nostre case, contribuendo a ridurre significativamente le bollette. Le pompe di calore, ad esempio, sono un’opzione ecologica ed efficiente che sfrutta l’energia ambientale, trasferendo calore dall’aria, dall’acqua o dal suolo all’interno dell’abitazione. Questi sistemi possono ridurre i costi di riscaldamento fino al 50% rispetto ai tradizionali impianti a combustione.

Il riscaldamento a pavimento rappresenta un’altra soluzione efficace, poiché distribuisce il calore uniformemente attraverso il pavimento, garantendo una temperatura confortevole a basse temperature dell’acqua. Questo sistema consente di riscaldare gli ambienti in modo più efficiente, riducendo i consumi energetici complessivi.

Inoltre, l’installazione di termostati intelligenti offre un controllo avanzato sul riscaldamento domestico. Questi dispositivi consentono di programmare il riscaldamento in base alle proprie abitudini quotidiane, ottimizzando il funzionamento degli impianti e riducendo gli sprechi. I termostati intelligenti possono anche apprendere le preferenze dell’utente e regolare automaticamente la temperatura in base alle condizioni ambientali, garantendo il massimo comfort con il minimo consumo energetico.

I suggerimenti di Enea per il corretto utilizzo degli impianti

Per utilizzare al meglio gli impianti di riscaldamento durante l’inverno, con l’obiettivo di migliorare il comfort e ridurre i consumi energetici, Enea fornisce 10 suggerimenti:

Regolazione della temperatura di mandata: Utilizzare un sistema di termoregolazione climatica che adatti la temperatura dell’acqua ai termosifoni in base alle condizioni esterne.
Monitoraggio dei consumi: Installare contatori intelligenti per tenere sotto controllo l’energia consumata.
Manutenzione regolare: Mantenere l’impianto efficiente e pulito per ridurre consumi e inquinamento, evitando multe che partono da 500 euro.
Controllo della temperatura interna: Mantenere la temperatura a 19°C garantisce il giusto comfort e per ogni grado in meno si risparmia fino al 10% sui consumi.
Schermare le finestre di notte: Usare persiane o tende pesanti per ridurre le dispersioni di calore.
Non coprire i radiatori: Evitare ostacoli come tende o mobili davanti ai termosifoni.
Aerazione rapida: Aprire le finestre solo per pochi minuti per evitare dispersioni di calore.
Check-up dell’abitazione: Controllare l’efficienza dell’impianto e dell’isolamento con un tecnico qualificato permette di abbattere i consumi fino al 40%.
Installare valvole termostatiche: Obbligatorie nei condomini, consentono di ridurre i consumi fino al 20%.
Sostituzione dell’impianto: Optare per caldaie a condensazione o pompe di calore di ultima generazione e sistemi di controllo avanzati.

“Con variazioni della temperatura esterna anche di dieci gradi su base giornaliera, bisogna evitare di mandare acqua sempre alla stessa temperatura ai termosifoni. La soluzione ideale è quella di abbinare una termoregolazione climatica alla caldaia per il riscaldamento”, spiega Nicolandrea Calabrese, responsabile Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano.

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