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“Confermo che siamo qui oggi davvero per portare una visione comune in un momento davvero critico di questo settore. Noi stiamo vivendo un paradosso, e il paradosso è che il settore delle telecomunicazioni – lo dicono tutti, l’ha detto Draghi, l’ha detto Letta, l’hanno detto tutti i rapporti più importanti che abbiamo visto quest’anno – è strategico per la competitività di un Paese. Questo nessuno lo mette in dubbio. Senza digitalizzazione non c’è competitività”. Così Walter Renna, Ad di Fastweb, nel suo intervento nel corso del Forum Nazionale delle Telecomunicazioni “Connessi per l’Italia” in corso a Roma.
“Serve digitalizzazione delle famiglie, serve digitalizzazione delle imprese nelle pubbliche amministrazioni. Eppure oggi il presidente Sarmi ci ha fatto vedere che, oltre al fatto che i ricavi ormai sono cresciuti in maniera significativa, tutto il margine che viene generato nel settore delle telecomunicazioni viene totalmente reinvestito nelle reti. Quindi non resta più niente, non c’è più cassa, non c’è più ritorno sull’investimento. E il paradosso qual è? È che su queste reti transitano una quantità di servizi che generano 80 – 90 miliardi di valore, senza remunerare minimamente queste reti. Quindi l’operatore spende tutto quello che guadagna in infrastruttura, che permette di generare un business altamente remunerativo. Oggi, se guardiamo alla traffico di rete, il 60% del traffico viene generato da quattro grandi OTT: quando ci sono eventi live, quindi mi riferisco soprattutto allo streaming video, ci sono OTT che passano sulle reti, non le remunerano e continuano a generare margini significativi e continuano a investire in innovazione”.
“Sta arrivando la realtà aumentata, sta arrivando l’intelligenza artificiale che necessiterà di banda, di performance e di infrastrutture, e quindi il business model non regge più – ha proseguito Renna -. Il modello di business a cui eravamo abituati non può più funzionare. In tutto ciò c’è un’asimmetria forte, perché noi come telecomunicazioni siamo soggetti a regole, normative e complessità che altri non hanno. Il call center telefonico è un obbligo per noi, per altri no. Abbiamo il dovere sacrosanto di lavorare sulle intercettazioni, quindi fornire questi dati alla magistratura, alle forze dell’ordine. Sacrosanto. Ma è un business in perdita. Ci troviamo ad affrontare il Privacy Shield, che è quello strumento che permette di disabilitare i siti che trasmettono trasmissioni illegali, soprattutto in ambito sportivo e televisivo. Un dovere sacrosanto per noi. Lo facciamo real time a costo nostro. E poi potrei continuare per tutto il pomeriggio con altre regole e regolamentazioni che non solo creano costi per le aziende, ma soprattutto complessità, burocrazia. C’è un lavoro enorme per essere certi di rispettare tutte queste regole, e ovviamente provvedere a questi servizi fondamentali”.
“Ultimo, ma forse uno dei temi più importanti che stiamo vivendo in questi giorni, è l’energia. Siamo dei consumatori voraci di energia, il futuro che ci aspetta, se consideriamo i data center che saranno necessari per far funzionare l’intelligenza artificiale, richiederà sempre più energia. Eppure noi non siamo considerati energivori, non abbiamo nessun supporto per gestire la mole di energia che arriverà nei prossimi anni e che già oggi affrontiamo, e lo facciamo con le nostre forze. È evidente che non può più reggere un sistema in cui le telecomunicazioni che investono infrastrutture sono ingessate in regole e procedure. Ci è avanzato pochissimo per fare innovazione. Dall’altra parte abbiamo ospiti che possono continuare a crescere perché tanto la rete non la remunerano, investono in innovazione e continuano a portare l’asticella della qualità di rete verso l’estremo”, ha concluso Renna.
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