Energia, Pozzi (Snam): Importante stare vicino e presidiare tutti gli anelli della filiera dell’idrogeno

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“Snam, operatore infrastrutturale del trasporto del gas naturale, da anni sta lavorando allo sviluppo di una backbone di trasporto dell’idrogeno che in particolare prende il nome di SoutH2 Corridor e si tratta di un corridoio di trasporto dell’idrogeno che unisce i paesi del Nord Africa all’Europa centrale, in particolare al sud della Germania. Questo progetto, che ha una lunghezza di 3300 km, ha l’ambizione di trasportare molecole di idrogeno verde a dei costi competitivi, dal Nord Africa al centro Europa, andando a soddisfare così la domanda italiana, austriaca e tedesca e quindi in generale di contribuire ai famosi target anche del Repower EU di import di idrogeno in Europa”. Lo ha detto Giovanna Pozzi, Director H2 Project Development Snam nel corso dell’Italian Energy Summit 2024.“È un progetto che vede Snam chiaramente ricoprire un ruolo centrale proprio per il trasporto lungo il territorio nazionale, che però viene portato avanti chiaramente con il commitment anche di altri partner come i TSO austriaci, (in particolare Tag e GSA) e Bayern Netz come invece operatore del network che nella Germania settentrionale gestisce le reti. Il progetto è stato inserito all’interno della 6ª lista dei project di Common interest in Europa e quindi gode sicuramente del supporto istituzionale ma anche pro futuro di situazioni di iter autorizzativi comunque più agevolati e anche di un potenziale supporto finanziario che in qualche modo può andare a ricoprire l’infrastruttura e quindi supportare l’infrastruttura in una sua fase di ingegneria ma anche in una fase proprio di vera e propria costruzione. A livello tecnologico – ha proseguito Pozzi – in Italia stiamo lavorando molto con con gli user per andarli a supportare nel comprendere che cosa significa andare a utilizzare l’idrogeno nei propri processi produttivi dell’industria. In particolare insieme a Tenaris, a Dalmine, abbiamo dato avvio ad una sperimentazione con l’installazione di 0,5 megawatt di elettrolizzatore che produrrà idrogeno. Questo idrogeno verrà utilizzato nei loro processi produttivi per andare a comprendere appunto quali sono gli impatti nella tecnologia ricevente (dove è un forno hydrogen ready chiaramente) e anche quali sono gli impatti in termini di qualità del prodotto che poi ne esce. Crediamo che sia importante stare vicino e presidiare tutti gli anelli della filiera del valore proprio perché lo sviluppo di questo settore deve partire in modo coordinato”, ha concluso.

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