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Sintesi
Il processo di ammortamento dei beni strumentali materiali ed immateriali acquista una considerevole centralità applicativa non solo ai fini della determinazione del “risultato economico dell’esercizio”, ma anche – in ossequio al principio di “derivazione rafforzata” – inerentemente alla quantificazione del «reddito fiscale d’impresa» riferibile al periodo d’imposta in rilievo. Lungo questa prospettiva, emerge un terreno condiviso tra scienza aziendalistica e diritto tributario, rappresentato dalla ricerca di una “base economica attendibile” prodromica – da un lato – all’imputazione del costo dell’ammortamento in conformità ai princìpi di prudenza e competenza economica – dall’altro – al collegamento funzionale tra base imponibile riferibile all’entità ed effettiva capacità contributiva manifestata dall’esercizio dell’attività economica in concreto realizzata.
Cionondimeno, il Legislatore ricorre – con sempre maggior frequenza soprattutto in tempi più recenti – all’utilizzo della “leva fiscale” come strumento di incentivazione ed intervento diretto a sostegno dei processi di riconversione produttiva. In altri termini, l’imposizione tributaria si carica – oltre che della tradizionale finalità di sopperire alla spesa pubblica (c.d. “funzione fiscale”) – anche della complementare e sussidiaria “funzione extrafiscale” del tributo. In argomento, le recenti misure del “Super” e dell’ “Iper” ammortamento – da ultimo riverberatesi nel c.d. credito d’imposta “Industria 4.0” – costituiscono un ragguardevole exemplum della tendenza poc’anzi descritta, il cui àmbito soggettivo, oggettivo e sostanziale, in uno con le implicazioni sistematiche nel corpus iuris tributario, formeranno oggetto di trattazione ed analisi nel presente contributo.
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